Siam canoisti, razza esclusiva, siamo i padroni dell’acqua viva, visti da fuori sembriamo matti, ma poi ci danno ragioni i fatti. Prendi la pioggia, che a tutti da noia, per noi diventa una grande gioia, quando riempie i nostri torrenti ed i week-end fa più divertenti; prendi la neve, che puoi sfruttare prima d’inverno, se ami sciare, poi in primavera, quando si è sciolta, la sfrutti in fiume un’altra volta. E adesso ti narro, se proprio vuoi, com’è una giornata trascorsa con noi: Si parte presto, questo l’intento, ma poi diventa un vero portento se non si aspetta, almeno un’ora, sempre qualcuno che non c’è ancora. La prima sosta al bar più vicino, non si rinuncia a un buon caffettino... al Sayonara si aspetta altra gente, pochi minuti non costano niente...una sosta di rito si fa dal Pastore ed il ritardo diventa di ore! A ponte Scoltenna ci si riferma, perché il livello richiede conferma, a che scopo non lo sappiamo, anche se è secco, tanto scendiamo. A mezzogiorno si arriva all’imbarco, dello Scoltenna, non dell’Isarco, ma se vogliamo la verità, in egual tempo si arriva anche là! Finalmente si scende, in un gruppo infinto, qualcuno arriva che un altro è partito, tutti insieme in allegria, in fila in morta, com’in funivia. Ci sono i livelli più disparati, dai super esperti ai più imbranati, ma di una cosa siam tutti campioni, dell’abbuffata di tortelloni! Così, fra la cena e la strada intasata, si arriva a casa in tarda serata. Si torna stanchi e maleodoranti, mestieri da fare ancora tanti: c’è la canoa da scaricare, la muta e il resto son da lavare... Ne vale la pena? qualcuno ti chiede, se dici di sì, però, non ti crede, ma a te cosa importa che dice la gente? Se dici di no, non capisci niente.
Le storie improbabili del CCBO
